Ai lati dell' altare maggiore della Chiesa dedicata al Santo Patrono della Citta' del Tasso sono esposti due quadri ricolmi di reliquie.La Basilica di Sant’ Antonino è una delle chiese alle quali i Sorrentini sono maggiormente affezionati non solo perché sede privilegiata da quanti dedicano particolari devozioni al patrono della Città del Tasso (che, per l’ appunto è proprio Sant’ Antonino), ma anche perché è considerata come un ideale scrigno ricolmo di tesori di grande significato per la religiosità popolare. Tra questi figurano anche i due “quadri” ricolmi di reliquie di santi che si trovano ai lati dell’ altare maggiore.
Secondo tradizioni orali questi reliquiari, in epoca remota, si trovavano all’ interno della Chiesa Cattedrale e, probabilmente, furono trasferiti nella Basilica dedicata al Santo protettore di Sorrento quando era Arcivescovo Monsignor Paolo Suardo (ovvero nel periodo compreso tra il 1659 ed il 1679). Tra i resti dei santi custoditi proprio in questa chiesa, nel quadro alla destra dell’ altare maggiore, ci sono alcuni resti di: San Zoa, San Valentino, Santa Candida, Santa Martana, San Sinesio, Santa Sallustia, San Massimo, San Giustino, San Teodoro, Sant’ Epifanio, San Patrizio, Santa Vittoria, Santa Felicola, San Calepodio, Sant’ Artimio, Santa Claudia, San Bacolo.
Nel quadro posto alla sinistra dello stesso altare, invece, ci sono i resti di: San Muciano, Santa Macaria, San Servilliano, Sant’ Artimio, San Mario, San Placido, San Talo, San Valeriano, San Patrizio, Santa Eusebia, San Vitale, Santa Sallustia, San Genziano, San Teodoro, San Massimiliano, Santa Claudia, San Pancrazio, San Valente, San Fruttuoso e San Lucidio.La presenza di una quantità così cospicua di reliquie, soprattutto in passato, non solo “serviva” a testimoniare ed a rendere tangibile la potenza delle protezioni “celesti” sulle quali la città poteva fare affidamento, ma la trasformava in meta alla quale rivolgersi per effettuare pellegrinaggi. Con il passare degli anni e con l’ avvento di nuove devozioni, alcuni dei Santi (i cui resti sono custoditi nella basilica di Sant’ Antonino) hanno perso parte della fama che accompagnava il loro nome, ma i due quadri, ancora oggi, sono al centro di vivaci manifestazioni d’ affetto religioso.
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Firmato - 05/01/2019
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